Buddha, Energia e Autostima

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Sappiamo che se la percezione è falsata, anche l’autostima è falsata.
Anche nel buddhismo ritroviamo, in una forma un po’ nascosta, il concetto di autostima e lo ritroviamo esattamente nella descrizione da parte di Śantideva, nel
Bodhicaryavatara, della pāramitā viriya (forza, energia):

  1. In possesso della pazienza bisogna coltivare la forza, poiché il risveglio ha, come base, la forza. Senza energia, infatti, nessun merito spirituale è possibile, così come, senza vento, alcun movimento.
  2. Ma che cos’è la forza? Energia nel bene. E quali sono i suoi avversari? L’indolenza, l’attaccamento al male, lo scoraggiamento e il disprezzo di sé.

 

Questo passo è molto importante, perché ci dice che uno dei nemici della forza o dell’energia è “il disprezzo di sé”, così facendo si crea un punto di contatto tra questa pāramitā e l’autostima.

Il buddhismo ha messo a punto una serie di tecniche (samādhi e vipassanā e simili) per purificare la percezione e promuovere una vera autostima. L’autostima è l’atto di stimarsi da solo: se uno comprende l’io-mio (anatta), compie una buona valutazione di sé.

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